La buona tavola delle persone con autismo

Offrire un menù specificamente progettato per le persone con autismo può migliorare significativamente la loro qualità di vita, favorendo il benessere psicofisico e le interazioni sociali. Le persone con autismo spesso presentano selettività alimentare e rigidità comportamentale, come la neofobia (paura di nuovi alimenti), preferendo consistenze morbide, colori poco intensi e gusti delicati. In generale, sono apprezzati piatti semplici, come pasta corta, frutta chiara, verdure verdi e pesci come lo sgombro. Il progetto Food-Aut, condotto dall’Università di Pavia in collaborazione con il Gruppo Pellegrini e la Fondazione Sacra Famiglia Onlus, ha dimostrato l’importanza di adattare l’alimentazione alle necessità delle persone autistiche. In Italia, oltre 660.000 persone sono nello spettro autistico, ma non esistono ancora linee guida specifiche in ambito alimentare. Il progetto ha coinvolto anche le famiglie, evidenziando come il loro ruolo sia fondamentale nella gestione del rapporto con il cibo. Un ambiente con luci soffuse e poco rumoroso, insieme a rituali come il mantenimento dello stesso posto a tavola e l’introduzione graduale di nuovi alimenti, facilita l’accettazione del cibo e aiuta a contrastare preferenze alimentari poco salutari. Il progetto ha dimostrato che, con un approccio graduale e personalizzato, è possibile migliorare le abitudini alimentari, ridurre lo spreco e aumentare la varietà degli alimenti scelti. Un pasto piacevole, dunque, contribuisce al benessere di chiunque, non solo delle persone con autismo, e può avere un impatto positivo su salute e qualità della vita.

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